A questa domanda non si può dare una risposta univoca per tutte le persone. Dipende dal singolo caso:
- caratteristiche individuali, come la condizione fisica e la percentuale di grasso corporeo
- abitudini di consumo (quantità consumate e forma di consumo)
- e infine dal metodo di analisi
Il principio attivo della pianta di cannabis è il tetraidrocannabinolo (THC) e questo principio attivo è lipofilo. Ciò significa che il THC viene immagazzinato nel tessuto adiposo umano e quindi il principio attivo e i prodotti di degradazione (metaboliti come l’acido carbossilico del THC) rimangono nell’organismo più a lungo.
Degradazione nel tessuto adiposo
Il tessuto adiposo si accumula e si disgrega costantemente, per cui si verifica un’escrezione ritardata del THC e dei prodotti di degradazione. Se la cannabis/marijuana viene fumata/usata di rado, i principi attivi vengono completamente escreti entro pochi giorni. Con un uso regolare, il THC è rilevabile per diverse settimane. Un uso eccessivo può essere rilevato anche per diversi mesi.
Metodi di test: test rapido
Come linea guida generale: il THC può essere rilevato con un test salivare fino a 14 ore dopo il consumo. Fino a diverse settimane dopo il consumo, il rilevamento è possibile con un test delle urine.